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BECCACERVELLO E LA SUA PROBABILE STORIA

Riprendiamo dalla pagina Facebook di Giancarlo Bastreghi un interessante articolo che parla di un luogo caro ai pientini, il podere BECCACERVELLO. Tra le persone che lo hanno abitato recentemente ricordiamo il compianto ALEARDO PAOLUCCI, pittore e artista ineguagliabile e ROMEA RAVAZZI, anch’essa pittrice di rara poesia. Bastreghi allarga l’orizzonte ipotizzando un passato altrettanto ricco di arte e storia.

UNA CURIOSA NOTA, SOPRA UNA ANTICA STELE CARICA DI MEMORIE E FATTI PIENTINI

Credo che a molti di noi passeggiando lungo la strada che da S. Caterina conduce verso il bosco di Porciano, oltrepassato il cimitero, nell’avvicinarsi a “Beccacervello” e gettato lo sguardo nel giardinetto, abbiano notato l’edicola monumento in cotto di mattoni con incussa una pietra inscritta e che non si siano chiesti quale “segreto“ poteva celare, e perchè mai, e per quale ragione essere giusto lì “monumentata”. A Pienza, tra i Pientini del passato, il “mistero“ fu risolto col dire; <<….che nella pietra si raccontava la memoria antica che celebrava la nascita di Enea Pontefice, proprio lì, in quel di “Beccacervello”, cosa questa sicurissima perché detta e sentita e tramandata dai Padri dei Padri!>> e così dicendo di anno in anno la leggenda è continuata sino praticamente ai giorni nostri!
In verità le cose non stavano proprio così come tutti sappiamo… però la “curiosita’” e il perché per quel monumento in tanti di noi continua, quindi oggi cercherò il raccontarvi di come stavano i fatti e le venture, iniziando con lo svelare il “segreto” scritto nella stele in “Pario” del giardino e chi ne fosse Autore.

TESTO SCRITTO IN LATINO IN CARATTERE TONDO

HOC SIMEON. BAFFUS SAXIS AC VEPRIB. (us)
HORRENS ARUM MACERIE SEPSIT ET
EXCOLUIT INNUERIS QUE OPERUM IMPENSIS
CONSEVIT ET AUXIT ARBORIBUS FERRO VIX
SILICE EDOMITA PRAEDIUM ET URBANAM
STRUXIT SEDEM Q. COLUMBIS ET SCRUPIS
RECTAS STRAVIT UTRUNQUE VIAS
HINC DEUS AVERTAT VIM CAELI ET GRANDINIS
RAS UT LAETAS SEGETES GRATA(s) Q. POMAS FERAT.
ANNO GRATIE MDLXXV PRINCIPATU FRANC. MED.
MAGNI ETRURIAE SECUNDI.

TESTO TRASCRITTO IN ITALIANO :

Questo campo, irto di sterpi e di macigni,
Simeon Baffo cinse d’un muro a secco
e coltivò con cura ; con lavori di ingentissimo
costo lo seminò e lo arricchì di alberi ;
ogni pietra eliminata a fatica con l’aratro ,
ne fece un podere ed eresse una civile abitazione
e dall’una e dall’altra parte lastricò di pietre
le diritte vie.
da questo luogo Dio allontani l’ostilità del cielo
e la furia della grandine , affinché produca
copiose messi e graditi frutti .
Anno di Grazia 1575 , sotto il Principato di
Francesco I de’ Medici , secondo Granduca di Toscana

Ed eccovi ora i fatti, giustappunto o pressappoco, come dovevano stare:
Al tempo tutta la terra che andava da Pienza,sia a destra che a sinistra lungo la strada per San Quirico, oggi via di S. Caterina , e oltre appartenevano alla Cattedra Vescovile, e ne godeva e disponeva per diritto dotale delle proprietà il Vescovo titolare Pientino. Il Vescovo di Pienza e Montalcino era al tempo Francesco Maria Piccolomini (1554-1599) ultimo vescovo della due diocesi unite, il quale ,tra le tante altre cose , partecipò al Concilio di Trento dal 1545 al 1563 , fatto questo che determinerà certi eventi di cose pientine alla base di questa modesta “ricerca” .
Di converso il “Nostro” Simon Baffo della esposta scritta , apparteneva ad una illustre famiglia veneziana,ascritta al Patriziato,e originaria di Cipro, e il “nomen” di detta famiglia si identificava con il toponimo della città Cipriota di Paphos, da cui trasse poi il nome per la propria “gens”.
Nella Repubblica Veneta i vari membri di questa famiglia godettero di importanti incarichi nel Maggior Consiglio , e si distinsero per i favori che concessero al Clero della Repubblica. Alla famiglia Baffo appartenne Cecilia Venier Baffo, (1525-1587) la futura “Nurban”, figlia di Nicolò Venier e di Violante Baffo, che sarà moglie prediletta di Selim II Sultano dei Turchi,e madre di Amurat III.


La Famiglia Baffo si estinse nell’ultimo quarto del XVIII secolo con Giorgio Baffo,(1694-1768) Veneziano – poeta Lubrico e vernacolare.
E’ mia personale ipotesi che il “nostro” Baffo (quasi sicuramente sacerdote dato il suo incarico prelatizio, anche per la dimostrata conoscenza Latina formale-stilistica della scritta in “Latino Celebrativo” nell’epigrafe, sia, con molta probabilità, opera sua) e’ mia opinione personale che il Baffo sia stato “assunto all’uffizio“ a Venezia dal Piccolomini, quale suo segretario e amanuense personale al Concilio di Trento,e che una volta concluso il Concilio il nostro per la valenza dimostrata al servizio del Presule ,su invito di questi abbia seguito il Vescovo a Pienza, quindi incardinato nel Clero Pientino. A Pienza edifica la sua Signorile dimora su di un terreno della Cattedra Vescovile, prospiciente la Città, concessagli dal Piccolomini per benevolenza e a ricompensa dei suoi buoni uffici nel Concilio , e anche per l’affetto filiale dimostrato alla sua persona .
E dunque – infine – la domanda; Perchè, che di poi, tale Villa fu nomata “Beccacervello“?

Tra tutti i dizionari di toponomastica che ho potuto visionare, non risulta il toponimo “Beccacervello” e anche il Repetti lo ignora, quindi avrei ipotizzato una mia personale formulazione per spiegare circostanze e fatti di questo curioso appellativo:

*Nel “Dizionario delle Origini” edito a Milano nel 1831 ho trovato:
”si disse “Beccarsi il Cervello“ per fantasticare e darsi a intendere quello che non può essere, il Varchi notò che si “Beccava il Cervello “uno che faceva i “Castellucci in Aria”, e il Fiorenzuola, accennò a una Padrona che si “Beccava il Cervello” il per chiamare persone che non volevano venire, e infine il Berni cita il detto “C’e chi si Becca il Cervello, in modo, chi in altro”.
Infine di poi ho cercato nei modi di dire è ho trovato: ” Beccarsi il Cervello; “riuscire nell’intento con guadagno, ma anche ammalarsi (di Cervello)”.
Il “Vocabolario Fiorentino e dei modi di dire Toscani”; “Beccare“prendersi una malattia, ammalarsi.
In conclusione, visto che oramai l‘ho fatta troppo lunga, sarei arrivato alla determinazione di concludere, che il toponimo di “Beccacervello” fu il nome surrogato dalla Villa proprio da Don Simeone Baffo, dopo la sua dipartita al Padre Eterno, e così chiamata di poi dal popolo pientino “ad memori” per detto Monsignore, e ribattezzata dai pientini antichi con il soprannome personale del proprietario, don Baffo, il così detto e conosciuto da tutti al tempo; ”il Beccacervello”, cioè di un pignolo e prolisso “rompicoglioni” che crea complicanze per carattere dei modi di agire e senza determinazione alcuna. (A Pienza ne sopravvivono a tutt’oggi alcuni noti esemplari).
Un‘ultima nota: il Barbacci scrisse circa le varie cose di Pienza che: ”…a poca distanza fuori dalla Porta al Prato eravi un tempo una Cappelletta dedicata alla Madonna del Rosario, ad oggi scomparsa e non più esistente (…) , e’ una mia ipotesi che tale Cappella della Madonna del S.S. Rosario si riconoscesse ,in ragione delle motivazione che sotto espongo, proprio nella cappella privata della villa di Mons.Baffo, (oggi e’leggibile la porta in parte tamponata e residuata con la finestra dello studio di pittura dei Paolucci, che si affaccia proprio a fronte sul giardino del “monumento“), questa solenne Celebrazione, al tempo, novella devozione, per l’accolto “Voto di Grazia“ al Pontefice Romano, e quindi istituito e canonizzato da Pio V, che ogni ”Mezzodì ed in Eterno” fosse intesa per ricordanza di Grazia con il solenne suono “a doppio disteso” di tutte le campane della Cristianità per la Grazia ottenuta dalla “Vergine Maria“ nella vittoria Cristiana di Lepanto sugli “infedeli” Turchi, avvenuta quattro anni prima alla costruzione della “Villa”, il 7 ottobre del 1571.
Ancor oggi l’antica canonica disposizione Pontificia viene solennizzata in tutta la Cristianità, a memoria della Grazia Ricevuta a Lepanto dalla Madonna del Rosario, le campane di tutte le Chiese suonano “al doppio”, ogni Mezzodì, di ogni giorno e per tutti i giorni che saranno.
Eccovi esposte – e gradite spero – queste mie divagazioni circa una misteriosa scritta, uno strano nome e un prete. […]

MOSTRA FOTOGRAFICA CASTELLI IN VAL D’ORCIA

Pubblichiamo il comunica stampa del Gruppo Fotografico Pientino che ogni anno presenta una mostra fotografica con i temi del territorio.

GRUPPO FOTOGRAFICO PIENTINO
MOSTRA FOTOGRAFICA

ROCCHE, TORRI E CASTELLI
DELLA VAL D’ORCIA

PIENZA (SI) – PALAZZO PICCOLOMINI
23 DICEMBRE 2017 – 7 GENNAIO 2018

Con la mostra del 2017 il Gruppo Fotografico Pientino torna ad occuparsi di un tema storico già rappresentato ben trent’anni fa con il titolo “Castelli e roccaforti”. Dal 23 dicembre al 7 gennaio le sale espositive di Palazzo Piccolomini ospiteranno immagini di uno degli elementi architettonici che caratterizzano il paesaggio della Val d’Orcia.

I principali insediamenti medievali vengono raccontati da una sequenza di foto che parte dagli inizi del Novecento fino ai giorni nostri, grazie alle immagini tratte dalla pubblicazione di Fabio Bargagli Petrucci (edita nel 1911), ai contenuti dell’Archivio della Bonifica della Val d’Orcia (1930 circa), all’archivio del Gruppo (1986) e a foto attuali scattate per l’occasione.

Un viaggio nel tempo in cui risaltano i mutamenti che hanno subito le strutture grazie agli interventi di consolidamento e di valorizzazione; quelle che agli inizi dello scorso secolo potevano apparire delle vestigia destinate a scomparire, oggi sono parte integrante e riconoscibile dei profili di uno dei territori più fotografati al mondo. Ricordiamo che tale unicità e valore sono stati riconosciuti anche dall’UNESCO che, nel 2004, ha inserito tutto il territorio della valle nella lista del patrimonio dell’umanità.

Soprattutto i castelli più grandi, come le Fortezze di Radicofani e di Montalcino nonché la Rocca d’Orcia (per non parlare dell’intero borgo di Monticchiello), sono anche centri di visita e spazi culturali che accolgono ogni anno centinaia di migliaia di turisti. Oltre ad offrire dalle loro sommità viste spettacolari del paesaggio circostante, accolgono mostre, spettacoli, sagre e iniziative a favore di tutta la collettività.

Il Gruppo Fotografico, nell’invitare alla visita, ringrazia i fotografi che nel tempo hanno realizzato le immagini, la Società Esecutori Pie Disposizioni per la concessione delle sale nonché i propri sostenitori economici: i Soci, il Comune di Pienza, la Fondazione Conservatorio San Carlo e la Banca Cras, che ogni anno, grazie ai loro contributi, rendono possibili le nostre iniziative.

La mostra, a ingresso gratuito, seguirà gli orari di apertura del Palazzo Piccolomini (da MARTEDI’ a DOMENICA 10,00-16,30 – Chiuso tutti i LUNEDI’. Il 25 Dicembre e il 1 Gennaio apertura 14,00-18,00). Durante l’apertura sarà possibile acquistare i volumi editi dal Gruppo nel corso degli anni.

Gruppo Fotografico Pientino
Via della Rosa, 9 – 53026 Pienza (SI)
www.gruppofotograficopientino.itinfo@gruppofotografico.it

PRESENTAZIONE DI CANONICA 7 – SABATO 2 DICEMBRE 2017

Sabato 2 dicembre 2017 alle ore 17 nella Biblioteca Comunale di Pienza, per iniziativa del Centro Studi Pientini, verrà presentato il numero 7 della rivista CANONICA

Sabato 2 dicembre 2017 alle ore 17, nella Biblioteca Comunale di Pienza, per iniziativa del Centro Studi Pientini, sarà presentato il numero 7 della rivista CANONICA.

La pubblicazione, giunta al settimo numero annuale, accoglie cinque articoli inediti su Pio II, Pienza e la sua storia antica e recente, oltre alle recensioni di libri e quadri su temi pientini. All’incontro saranno presenti alcuni tra gli autori degli articoli pubblicati per illustrare il proprio lavoro e le motivazioni di tanto interesse per la nostra cittadina, la sua arte ed i suoi protagonisti.

Anche quest’anno saranno graditi ospiti dell’iniziativa gli studiosi di Matelica del Centro Studi Storici “Don Enrico Pocognoni”, che hanno contribuito alla rivista con notizie e studi pieschi provenienti dalle Marche.

I presenti potranno visionare a acquistare tutti i numeri della rivista e avranno in omaggio il testo “Bibliografia illustrata della rassegna Grandi Maestri a Pienza 1973 – 2007” curato da Aldo Lo Presti ed edito dal Centro Studi.

La rivista Canonica nasce nel 2011 come strumento di divulgazione del Centro Studi, viene pubblicata in formato digitale nel sito e viene stampata su richiesta dei lettori che seguono ed incoraggiano l’attività del Centro medesimo. E’ giunta quest’anno al settimo numero ed ha avuto oltre trenta studiosi quali autori di articoli di vario genere e argomento.

Il Centro è sorto nel 2010 per iniziativa di studiosi e ricercatori locali, che da subito hanno cercato di raccogliere, divulgare, incoraggiare e promuovere la ricerca e lo studio della storia pientina, ampliando ogni anno la cerchia dei collaboratori e delle persone interessate ai contenuti. Il sito internet del Centro raccoglie tutti i numeri della rivista ed altri articoli appositamente redatti per essere divulgati on-line, oltre alle informazioni per contattare il centro e farne parte.

La presentazione del nuovo numero della rivista si terrà nella Biblioteca Comunale gentilmente messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale; dopo i brevi saluti dei rappresentanti del Centro Studi, alcuni autori ci parleranno del loro contributo, accompagnati dalle immagini proiettate su grande schermo.

Sabato 2 dicembre 2017 – Ore 17.00

BIBLIOTECA COMUNALE DI PIENZA (SI)

segreteria@centrostudipientini.it

 

 

 

 

OMAGGIO A LEONE PICCIONI

L’Amministrazione Comunale di Pienza e il Centro Studi Pientini, in occasione del 14° anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria a Leone Piccioni (15 novembre 2003), invitano alla presentazione del volume di Aldo Lo Presti:

VIVERE DENTRO LA LETTERATURA
per una bibliografia per immagini di Leone Piccioni
(Edizioni Centro Studi Pientini)

Interventi:

Fabrizio Fè – Sindaco di Pienza
Fabio Pellegrini
Silvia Zoppi Garampi
Aldo Lo Presti

Coordina:
Giampietro Colombini
Vice Sindaco e assessore alla cultura

PIENZA
Palazzo Comunale – Sala Consiliare
Sabato 18 NOVEMBRE 2017
ore 16.00

Scarica l’e-book in formato .pdfARTICOLI CORRELATI

Bibliografia di Leone Piccioni – a cura di Aldo Lo Presti

I Novanta anni di Leone Piccioni

CANONICA 7

Sono presenti nel sito anche i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

Aldo Lo Presti
Editoriale
..
Ilaria Bichi Ruspoli
La chiesa di San Carlo Borromeo a Pienza e un profilo
del fondatore Ottavio Preziani
pag. 5
.
Aldo Lo Presti
Un fragile sogno d’amore e d’arte: il Duomo di Pienza
fra «ripristino» e «ricostruzione»
pag. 29
.
Umberto Bindi
Specchio d’Asino nel Latte di Luna
pag. 51
.
Elena Filippi
«La quadratura del cerchio»: Pio II, Cusano, Alberti e la ricerca della misura ideale per il nuovo cittadino dell’Europa moderna
pag. 65
.
Matteo Parrini
I banchetti papali nell’ultimo viaggio di Pio II
pag. 103
. . .
TRA I LIBRI
Rita Boarelli
Le pergamene ritrovate: il fondo Maccafani e San Lorenzo di Percenna
pag. 125
.
TRA I QUADRI
Aldo Lo Presti
Romea Ravazzi: un’appendice al catalogo dei dipinti
pag. 128

SCARICA INTERA VERSIONE >> canonica_7_web.pdf

I banchetti papali nell’ultimo viaggio di Pio II

Matteo Parrini

I BANCHETTI PAPALI NELL’ULTIMO VIAGGIO DI PIO II

(Canonica 7 – pag. 103)

L’eclettico Lippi, spassoso autore del “Malmantile” annota che…
“…si crede comunemente dal volgo che il papato, somma dignità nella Chiesa cattolica renda in certo modo chi lo possiede felice e beato in questa terra: e che però Godere il papato altro non sia che vivere una vita oziosa, ed ai piaceri del mondo tutta rivolta: il che è assolutamente falso. Io pertanto direi, stimando molti la felicità di questa vita consistere nel mangiare e nel bere…”

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>I Banchetti papali

La quadratura del cerchio

Elena Filippi

«LA QUADRATURA DEL CERCHIO»: PIO II, CUSANO, ALBERTI E LA RICERCA DELLA MISURA IDEALE PER IL NUOVO CITTADINO DELL’EUROPA MODERNA

(Canonica 7 – pag. 65)

L’occasione dell’importante anniversario di Pienza nel suo riconosciuto valore di patrimonio culturale da parte ell’UNESCO spinge e interrogarsi – di nuovo (e non è mai abbastanza) – su quella stagione forse irripetibile che fu il contesto dell’Umanesimo intorno a Enea Silvio Piccolomini, segnatamente in questo caso dal punto di vista della storia delle idee tradotte in esperienza artistica e visiva.

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>La quadratura del cerchio

Specchio d’asino nel Latte di Luna

Umberto Bindi

SPECCHIO D’ASINO NEL LATTE DI LUNA

(Canonica 7 – pag. 51)

All’interno dei depositi sedimentari localmente denominati “crete senesi” si trova una particolare pietra traslucida, la cosiddetta Selenite, talmente tenera che si può scalfire con un’unghia, dai particolarissimi pallidi riflessi e che rappresenta una vera e propria curiosità del territorio, soprattutto per quanto riguarda i tanti nomi con i quali è indicata e le altrettante numerose credenze che le son fiorite intorno.

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>Specchio d’asino