Tutti gli articoli di WebmasterUB

SQUALI NELLE CRETE

di Umberto e Giulio Bindi

Dai fondali pliocenici del mare toscano riemergono resti fossili di antiche balene, delfini e squali; non è difficile imbattersi in piccoli reperti che raccontano la storia di una terra antichissima.

L’ANTICO MARE RIEMERSO

Il ritrovamento fortuito di un dente di squalo fossile nelle crete valdorciane è l’occasione per riprendere l’argomento dell’articolo pubblicato nel numero 2 della nostra rivista CANONICA (2012); l’articolo, dal titolo “Il delfino fossile di Lucciola Bella”, raccontava lo straordinario ritrovamento di alcune significative parti dello scheletro di un delfino vissuto durante il periodo Pliocenico, nelle argille di Lucciola Bella, a pochi chilometri da Pienza.

Sappiamo con certezza che durante l’era geologica denominata Pliocene (tra i 2,5 e i 5,3 milioni di anni fa) una buona parte della Toscana era sommersa da un mare tropicale e che le terre emerse erano costituite da alcune isole sparse in corrispondenza delle vette del fondale sottostante. In quel periodo sui fondali si formarono le argille che oggi costituiscono una buona parte delle terre emerse e che sono costituite anche dai resti fossili della fauna marina allora esistente.

Il Delfino Etrusco ritrovato nel 2003 dal GAMPS (Gruppo “Avis” di Mineralogia e Paleontologia di Scandicci) costituisce un esemplare molto importante ed è stato oggetto di studi, catalogazioni ed esposizioni, per essere oggi conservato presso il Museo Geopaleontologico GAMPS di Scandicci (FI). Per i non addetti ai lavori non è difficile trovare altri resti minori tra cui resistentissimi denti di squalo; dopo forti temporali non è raro imbattersi in esemplare dilavati dalle acque e liberati dai depositi antichi di milioni di anni.

I ritrovamenti dell’estate 2017 da noi effettuati sono avvenuti in una piccola parete di argilla lungo la strada che dalla Pieve di Corsignano porta ai poderi Morgiaglie e Podernuovo; eravamo alla giocosa “ricerca di ossa di dinosauro”, con tanto di piccozze, scalpelli e spazzole d’ordinanza e ci eravamo cimentati da circa mezz’ora nella raccolta di conchigliette fossili e qualche pezzo di minerale. Dagli strati di cui è composta l’argilla emergevano piccoli esemplari di conchiglie e la nostra “forza d’urto” scalfiva appena la superficie dei depositi pliocenici, per cui iniziammo a guardarci intorno perché l’azione dilavante delle acque piovane avevano portato in superficie vari elementi; ad un tratto, un piccolo bagliore aveva attirato la mia attenzione e, avvicinatomi al suolo, ho notato distintamente un pezzo grigio dalla forma piuttosto regolare. Non lo stavo cercando ma avevo già visto in qualche documentario quella forma triangolare e non ci ho messo molto a realizzare che si trattava di un dente di squalo. Ho raccolto l’esemplare scalzando la piccola zolla di argilla che lo sosteneva e l’ho mostrato a Giulio, cercando di spiegargli come fosse possibile tale ritrovamento; resti di pesci in mezzo alla terra!? Non vi dico la sorpresa di un bambino di sei anni che sente dire che avevamo in mano un dente del pericoloso predatore marino.

IL DENTE n. 1

Si tratta di un dente superiore dalla forma triangolare, che lo squalo utilizza per tranciare la preda, dopo averla afferrata con i denti inferiori, solitamente più aguzzi e aghiformi. A differenza di quelli umani, i denti dello squalo non sono fissi nella cartilagine della mascella ma sono ancorati al derma tramite fibre connettivali. Nella sua vita un esemplare può arrivare a cambiare anche 20.000 denti.

Le dimensioni del ritrovamento sono piuttosto modeste; misura infatti 14 mm di larghezza e 15 di altezza; la fascia alla base della struttura (radice), leggermente arcuata, misura 3 mm. Il rivestimento esterno è costituito da smalto a protezione della dentina sottostante. Le sue condizioni sono perfette; la superficie è lucida e priva di escoriazioni o scalfiture ed è tutt’ora estremamente affilato.

IL DENTE N. 2

L’appetito vien mangiando così qualche settimana dopo siamo tornati con Giulio e la mamma nella piccola parete argillosa e siamo stati di nuovo fortunati; dopo qualche decina di minuti di ricerca un altro dente, del tutto simile al primo ma più piccolo e di colorazione nocciola, è apparso nella superficie arida e asciutta della creta. Lo abbiamo raccolto lasciandolo nella piccola zolla di argilla che lo ha conservato per tantissimi anni e ne pubblichiamo qui sotto l’immagine.

Al termine di questo piccolo contributo voglio segnalare alcune ricerche e articoli sull’argomento, primo tra tutti il già citato lavoro pubblicato sul n. 2 della rivista CANONICA, scaricabile al seguente link. Interessante, per i bambini, il lavoro pubblicato nel sito del Politecnico di Milano dal titolo “Quando in Val d’Orcia c’era il mare … ed a Lucciola Bella gli squali mangiavano i delfini (cliccare sul titolo per raggiungere il sito). Infine l’interessante video di Simone Casati, membro del GAMPS, visibile su Youtube

IL TITOLO UFFICIALE PER LA “CITTA’ DI PIENZA”

Dopo la definizione dello Stemma Araldico avvenuta nel 2004 (1), l’Amministrazione Pientina ha voluto ufficializzare anche il titolo di CITTA’, già di fatto acquisito grazie alla nomina di sede diocesana del 13 agosto 1462 ad opera di Pio II (2) ma mai formalmente definito dalla Presidenza della Repubblica (3). Così, martedi 18 luglio 2017, il Prefetto di Siena consegnerà al Sindaco il decreto che conferisce il titolo legale di Città a Pienza.

Il logo ufficiale della città, adottato dal 2004. Il Leone è lo stesso che appare nell’affresco Quattrocentesco della Sala Consiliare. Realizzato da Rosa Maria Trentadue e Umberto Bindi è stato ufficializzato dal Consiglio Comunale nella seduta del 30 gennaio dello stesso anno 2004. Segui il link per il testo integrale della pubblicazione.

 


(1) La definizione dello stemma araldico fu ufficializzata dal Consiglio Comunale del 30 gennaio 2004 e pubblicato, insieme al nuovo Statuto Comunale, in un volume edito nello stesso anno. Si legge nell’introduzione del Sindaco Marco Del Ciondolo: “Oltre al testo integrale dello Statuto, il volume contiene una ricerca storica sullo stemma araldico che ne riscontra la presenza nei documenti e nelle rappresentazioni del passato; numerose sono state, nel corso dei secoli, le versioni utilizzate dall’Amministrazione Pubblica pientina, con varianti che talvolta differivano notevolmente tra loro. Allo studio è seguita la definizione ufficiale, di cui è in corso il riconoscimento di legge da parte dell’Ufficio Onorificenze e Araldica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’introduzione nello Statuto della descrizione di stemma e gonfalone. Il nuovo disegno adottato prende spunto dalla raffigurazione che compare nell’affresco quattrocentesco presente nella Sala del Consiglio. Nella terza parte della pubblicazione le norme tecniche per l’utilizzo dello stemma costituiscono il manuale di riferimento per chi, all’interno e all’esterno dell’Amministrazione, si troverà a impiegarle, creando i presupposti per un uso conforme nel tempo”.

(2) Ecco come nei Commentari di Enea Silvio Piccolomini – Papa Pio II° – si ricorda il primo riconoscimento che il suo più illustre cittadino ebbe a concedere: “ Il borgo di Corsignano diventa città e prende il nome dal Pontefice e suo novello fondatore; è ornata di uno splendido duomo ed innalzata a sede di un nuovo episcopato. In questo medesimo tempo Pio propose nel Senato di promuovere il suo borgo nativo al rango di città: la proposta fu approvata con il generale consenso e la nuova città fu chiamata Pienza invece di Corsignano” – ( Commentarii Libro VIII cap. V)

(3) La qualifica di CITTA’ viene decretata dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla base delle norme legali, da ultimo disciplinate dal Dlgs n. 267 del 2000 e da vari decreti. Per approfondimenti vedi regio decreto 7 giugno 1943, n. 652 aggiornato con Dpcm del 28 gennaio 2011.

UN PAESE MERAVIGLIOSO

Pubblichiamo il servizio su Pienza e Monticchiello andato in onda il 3 luglio 2017 su SKY ARTE HD .

Il video fa parte delle puntate dal titolo “Sei in un Paese meraviglioso”, campagna promozionale del territorio di AUTOSTRADE PER L’ITALIA. Accanto al taglio “goliardico” conferito al servizio dalla presenza di DARIO VERGASSOLA, il racconto del critico d’arte ROGGERO ROGGERI rappresenta una occasione per avvicinarsi alla storia della Città di Pio II, così come l’intervista ad Andrea Cresti introduce al Teatro Povero di Monticchiello.

Infine le riprese effettuate grazie ad un “drone” costituiscono un punto di vista inedito sulla cittadina.

Il video dura circa 25 minuti e contiene alcune simpatiche foto d’epoca in cui è stato inserito Vergassola; nella testata di questo articolo, Alberto Sordi e Leone Piccioni in visita a Pienza con alcuni pientini e l’intruso.

 

 

BIBLIOGRAFIA DI LEONE PICCIONI

A cura di Aldo Lo Presti

Vivere dentro la letteratura: per una “bibliografia” di Leone Piccioni

Credo che la mia generazione sia stata l’ultima ad avere
buone ragioni per nutrirsi, forse, appagarsi, vivere
dentro o intorno alla letteratura.

L. Piccioni

In quest’altra felice occasione pientina si è tentato di offrire una prima (parziale) bibliografia degli scritti di Leone Piccioni disposta in ordine cronologico prendendo in esame sia le sue opere “originali”[1] (contrassegnate da un asterisco), sia i libri curati, presentati o testimoniati dallo stesso critico torinese. Continua la lettura di BIBLIOGRAFIA DI LEONE PICCIONI

GOOGLE ARTS & CULTURE – PIENZA IN PRIMO PIANO

Ancora una presenza della Città Ideale di Pio II tra le eccellenze italiane nel mondo; il progetto Google Arts & Culture realizzato in collaborazione con l’Unesco e il Ministero dei Beni Culturali, vede Pienza tra le città in copertina della prestigiosa sezione IL GRAN TOUR D’ITALIA ed in particolare la sua presenza nella capitolo intitolato “Con lo sguardo dei visionari: dalla scoperta dell’universo allo studio del livello dei mari: come alcune delle più interessanti innovazioni Italiane hanno rivoluzionato il mondo moderno”.

La copertina del sito internet del grande progetto di divulgazione culturale ideato da Google propone le eccellenze italiane ed include la realizzazione di Pienza tra le otto “visioni” italiane che hanno cambiato il mondo; il progetto architettonico, urbano e umanistico di Papa Piccolomini accanto a Venezia, Roma, Palermo e Siena con altrettante eccellenze ed innovazioni che hanno rappresentato un primato italiano nella storia dell’umanità. Un sito in evoluzione il cui lancio ci vede presenti e protagonisti.

Con lo sguardo dei visionari

Dalla scoperta dell’universo allo studio del livello dei mari: come alcune delle più interessanti innovazioni Italiane hanno rivoluzionato il mondo moderno

In copertina, tra i banner che si alternano, anche la chiesa di Vitaleta, situata nel Comune di San Quirico, a rappresentare la Val d’Orcia. Altro sito patrimonio dell’Unesco al cui territorio appartiene anche Pienza.

UNA RARA FIGURINA PIESCA

DI ALDO LO PRESTI

Ciò che fu detto (ed ancora si dice) per Orvieto, cioè il fatto d’essere «…una città dove innato è il sentimento dell’Arte»,1 si poteva (e si può) certamente dire anche per Pienza. E si è trattato (e si tratta) di un “sentimento” coltivato in egual modo nelle nostre due carissime piccole patrie raccoglien-do reperti, opere d’arte, libri e manufatti d’ogni genere purché rispondenti alla sentita necessità di studiare (divertendosi) la propria storia (locale), trasformando molto spesso quest’attitudine virtuosamente erudita (quando non addirittura scientifica) in accanita attività collezionistica.

Continua la lettura di UNA RARA FIGURINA PIESCA

IL BUON SECOLO DELLA PITTURA SENESE – PROROGATA FINO AL 30 SETTEMBRE 2017

IL BUON SECOLO DELLA PITTURA SENESE
Dalla Maniera moderna al Lume Caravaggesco
logoMontepulciano | San Quirico d’Orcia | Pienza
18 Marzo 2017 | 30 Giugno 2017 – Prorogata fino al 30 settembre.
La grande mostra che si svolge in tre straordinarie città gioiello del Senese, si ispira, nel titolo, ad una frase dell’abate Luigi Lanzi, storico dell’arte vissuto tra ‘700 e ‘800 ed è dedicata ad uno specifico periodo storico che va dagli inizi del XVI alla metà del XVII secolo, quando l’arte senese brillava di eccellenti e singolari personalità artistiche, a tutt’oggi, nella maggior parte dei casi, ancora troppo poco note al grande pubblico.
Allo scopo di migliorare la loro conoscenza, nasce l’idea di questa originale rassegna in cui le città di Montepulciano, S. Quirico d’Orcia e Pienza ospitano ciascuna, prendendo spunto da un capolavoro che si trova già sul loro territorio, una sezione espositiva dedicata ad un importante artista senese ed al suo ambiente. Ogni settore prevede, inoltre, un itinerario alla scoperta di opere altrettanto significative rispetto a quelle esposte ma che, per varie ragioni, sono rimaste nelle loro sedi originali. Questa soluzione permette di completare idealmente la visita con il valore aggiunto di percorrere e scoprire una terra splendida e magnificamente conservata. Tutte le opere in mostra provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, chiese ed istituzioni religiose, allo scopo di donare ai visitatori una visione quanto più esaustiva possibile di un grande secolo un poco dimenticato.
locandina
Prima Sezione:
Domenico Beccafumi, l’artista da giovane
Montepulciano, Museo Civico Pinacoteca Crociani.
Partendo dal felice ritrovamento di un’opera documentata dell’attività giovanile di Domenico Beccafumi, la S. Agnese Segni del Museo Civico, la sezione si occupa di illustrare, dapprima, i documenti e le testimonianze che hanno reso possibile la nuova attribuzione e, successivamente, di analizzare le notevoli problematiche inerenti la personalità artistica del giovane Beccafumi, ospitando un nutrito numero di sue opere assieme a capolavori del Sodoma, di Girolamo Genga, Fra’ Bartolomeo, Andrea del Brescianino, Girolamo di Giovanni del Pacchia e Lorenzo di Mariano detto il Marrina, protagonisti dell’ambiente artistico senese nel primo decennio del’500.
sagnese
Seconda Sezione:
Dal Sodoma al Riccio: la pittura senese negli ultimi decenni della Repubblica
San Quirico d’Orcia, Palazzo Chigi Zondadari
Il dipinto attorno al quale si dipana il percorso è la Madonna col Bambino e i Santi Leonardo e Sebastiano di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, appartenente alla Compagnia del Santissimo Sacramento di San Quirico d’Orcia. La sezione prende quindi in esame il periodo artistico che va dalla tarda attività del Sodoma, di cui sono presenti diverse e importanti opere, comprendendo anche dipinti eseguiti da significative personalità quali Giorgio di Giovanni, Marco Pino e Giomo del Sodoma, per concludersi con un’ampia rassegna dedicata alla notevole produzione di Bartolomeo Neroni detto il Riccio.
sodomam
Terza Sezione:
Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile e il naturalismo a Siena
Pienza, Conservatorio S. Carlo Borromeo
La presenza, nella chiesa di S. Carlo Borromeo a Pienza, di una splendida pala di Francesco Rustici raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista, permette di costruire attorno a quest’opera una interessante esposizione riguardante principalmente l’attività del Rustichino, di cui sono presenti, riuniti insieme per la prima volta, diversi capolavori.
La sezione si prefigge anche lo scopo di illustrare l’ambiente familiare in cui avvenne la prima formazione del pittore, con dipinti di Alessandro Casolani e Vincenzo Rustici, proponendo anche opere di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nella sua evoluzione stilistica, quali, ad esempio, Orazio Gentileschi e Antiveduto Gramatica e si chiude con una rassegna di dipinti eseguiti da pittori senesi suoi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Niccolò Tornioli che, in misura diversa tra loro, subirono l’influsso della pittura naturalista.
Tutte e tre le sezioni, ed è una caratteristica importante del progetto, si aprono al territorio. Invitano cioè il visitatore ad andare alla scoperta di altre opere custodite da pievi, monasteri, conventi, palazzi, piccoli borghi del meraviglioso territorio della Val d’Orcia. Una occasione imperdibile per chi voglia scoprire i tesori conservati nei luoghi più segreti e suggestivi di questa terra che non a caso è Patrimonio dell’Umanità.
COMITATO PROMOTORE
Comune di Montepulciano
Comune di Pienza
Comune di San Quirico d’Orcia

Fondazione Musei Senesi
Direzione Polo Museale della Toscana
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo
Diocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino
Diocesi di Montepulciano, Chiusi, Pienza

Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali – Università degli Studi di Siena
Regione Toscana
PRESIDENTE DELLE MOSTRE
Antonio Paolucci
CURATORI
Montepulciano: Alessandro Angelini, Roberto Longi
Pienza: Marco Ciampolini, Roggero Roggeri
San Quirico d’Orcia: Gabriele Fattorini, Laura Martini
INFO PRATICHE:

Biglietti: Intero € 12,00 Ridotto € 6,00
(per gruppi superiori alle 15 unità, minori di 18 anni, titolari di apposite convenzioni, studenti universitari con tesserino, residenti nella provincia di Siena) Speciale € 5,00 (per scolaresche delle scuole secondarie, a partire dai 12 anni)
Speciale scuole dei Comuni dell’area Val di Chiana – Val d’Orcia € 2,00 (gratis sotto i 12 anni)
Gratuito (per bambini fino ai 12 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, diversamente abili con accompagnatore, due accompagnatori per scolaresca, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino).
Un unico ticket per tre sedi espositive!
Le strutture ricettive possono ritirare le cartoline della mostra presso la Biblioteca Comunale e presso il banco informazioni nell’atrio di Palazzo Chigi , San Quirico d’Orcia.
Orario di visita
da lunedì a domenica: 10.30-18.30. Chiuso il martedì
Info point
T 0578748359 | 0578757341
Contatti
ilbuonsecolodellapitturasenese@gmail.com
Sito
https://ilbuonsecolodellapitturasenese.wordpress.com
Con sezioni di presentazione in francese, inglese, tedesco