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ALLE ORIGINI DEL SIMBOLISMO ANIMALE

Raffaele Giannetti

ALLE ORIGINI DEL SIMBOLISMO ANIMALE
Le antiche pievi senesi
(Canonica 12)

Il presente testo prende le mosse da un’indagine che, nata dentro alle coordinate del mito e dell’antropologia, e sviluppatasi in alcune tappe essenziali, si è rivelata feconda di suggestioni. Le immagini scolpite nelle antiche pievi toscane possono ricevere, nuova luce dagli studi di Maurizio Bettini nei quali si racchiudono venti anni di ricerche.

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CANONICA 12

E’ in uscita il numero 12 della rivista Canonica con nuovi contenuti dei tanti collaboratori che crescono ad ogni numero e che contribuiscono alla divulgazione di ricerche, articoli, studi e curiosità su Pio II, Pienza ed il suo territorio.

E’ stato chiuso in questi giorni il dodicesimo numero di Canonica in cui diamo il benvenuto ai nuovi collaboratori;  Raffaele Giannetti con suo saggio sul simbolismo animale presente nelle pievi romaniche ci inonda di significati e suggestioni antiche. L’esordiente Lapo Nannetti propone la storia di una corsa inaugurale; Pio II festeggia la nascita della sua/nostra Pienza nel giorno di San Matteo, quel 21 settembre che ancora oggi vede Pienza in festa per la fiera annuale. Torna poi Nino Petreni con uno dei tanti racconti storici tratto dal diario di Don Giotto, diario che dovrà necessariamente essere valorizzato con tutti i suoi infiniti contenuti. Il nostro benvenuto si espande anche a Luchina Bianciardi, studiosa di Subiaco, nel Lazio, che ci racconta di una inedita bolla piesca proveniente dalla Marca. Infine all’architetto Rosa Maria Trentadue che  illustra la rinascita di una facciata graffita di un palazzetto minore. Facciata che arriva probabilmente dai tempi di Pio e che costituisce una ulteriore testimonianza del disegno complessivo del sogno del Piccolomini. Sono presenti anche nuovi saggi dei nostri consueti autori Matteo Parrini e Roggero Roggeri: il primo ci racconta di tutela del territorio al tempo di Pio ed il secondo di falsi d’autore in due diversi episodi dallo stesso filo conduttore; l’operato del nostro Papa. Troviamo al termine della rivista un ricco supplemento di Fabio Serafini che raccoglie date e microstorie delle vicende del Cardinale Ammannati a Pienza, tratte dalle numerose corrispondenze del prelato, primo tra gli amici di Pio II.

Sono presenti nel sito i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

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SECONDO CENTENARIO DALLA MORTE DI GIORGIO SANTI

Lo scorso 30 dicembre 2022 ricorrevano i duecento anni dalla morte dello scienziato naturalista pientino GIORGIO SANTI; il Comune di Pienza, il Centro Studi Pientini e la Fondazione Conservatorio San Carlo stanno organizzando un evento per ricordare la figura del nostro concittadino, le cui opere ed i cui studi sono ancora ben presenti nella storia delle scienze naturali italiane. Di seguito un testo biografico e alcuni link ad altri contenuti; a breve daremo notizia della giornata commemorativa.

Giorgio Santi – Scienziato Pientino del ‘700
di Umberto Bindi e Colombini Giampietro

Lo scienziato naturalista pientino Giorgio Santi nasce a Montieri (GR) nel 1746 in quanto il padre Rutilio, funzionario statale, risiedeva momentaneamente in quella cittadina. La famiglia Santi era annoverata “tra le più antiche di Pienza” e come tale lasciò il segno nella vita cittadina dell’epoca; il fratello di Giorgio fu Vescovo di Sovana e la sorella Angela fu priora del Conservatorio San Carlo. Giorgio, grazie alla borsa di studio senese “Alunnato Biringucci” studiò a Parigi per nove anni, tornando in Toscana nel 1782 per essere nominato da Pietro Leopoldo Professore di Scienze Naturali presso l’Università di Pisa, dove ricoprì anche la carica di Prefetto del Giardino Botanico fino al 1822, anno della sua morte. Mantenne proprietà ed interessi nella sua cittadina, lasciando agli eredi indiretti (non avendo avuto figli) il palazzo Simonelli-Santi, tutt’oggi di proprietà della famiglia.

Morì a Pienza nel 1822 e fu sepolto nel cimitero della Pieve di Corsignano, dopo aver ricoperto anche cariche pubbliche (fu Operaio – ossia amministratore – del Conservatorio San Carlo); la sua copiosa corrispondenza (oltre 600 lettere scambiate con i più importanti scienziati italiani ed europei dell’epoca) è conservata presso la Biblioteca degli Intronati di Siena e rappresenta una delle testimonianze più ricche dello scambio culturale e scientifico del suo tempo.

Raramente si incontra fra gli studiosi vissuti fra Sette e Ottocento un personaggio rilevante come Giorgio Santi dal punto di vista scientifico, politico e culturale ad un tempo. La sua figura giganteggia nella storia nazionale scientifica e dà lustro a questa nostra città, Pienza, sempre ricca di storia e di personaggi straordinari. Giorgio Santi ci appare soprattutto come un uomo legato fortemente alla sua terra, nonostante la sua vita di professore e di uomo politico avesse già esperito altrove grandi vicende e mostrato infinito ingegno, come narrato sapientemente in questo volume. A noi pientini preme soprattutto sottolineare l’impegno e il valore scientifico profuso nei suoi libri di viaggio, compiuto fra la Val d’Orcia e l’Amiata. Lo studio degli ambienti geografici era parte del suo lavoro e della sua formazione e in quanto uomo di scienza trova un posto di eccezione nella letteratura odeporica, ovvero nelle relazioni di viaggio che fiorirono nel tempo in tutta Europa e anche in Toscana dopo i primi esempi esaltanti di Antonio Vallisnieri e di Pier Antonio Micheli. Tuttavia l’esponente del Settecento di maggiore spicco che forse ispirò il Santi fu Giovanni Targioni Tozzetti con la sua grande attenzione dedicata al paesaggio agrario senese e in particolare alle ‘crete’. Il Santi, come molti altri suoi contemporanei letterati della scienza, non riduce mai la sua ricerca alla spiegazione delle vicende umane e sociali, basandosi sul determinismo scientifico. Al Santi sembra interessare anche la presenza umana nel paesaggio agrario e nella natura, il destino di coloro che sono parte del movimento fisico e chimico della vita, anche se inconsapevoli contadini o lavoratori alle prese con l’assedio quotidiano della natura, il suo naturale degrado fisico, le sue trasformazioni, le sue ricchezze nascoste. Talvolta, percorrendo il territorio della Val d’Orcia e dell’Amiata sembrano non sfuggire al Nostro anche implicazioni morali e politiche legate alla storia del paesaggio e dei luoghi, una fusione nella sua ricerca di motivi di ordine fisico-agronomico e storico-politico ad un tempo. La sua ricerca non è mai puramente descrittiva e limitata alle osservazioni sul campo, ma è intessuta di quell’amore per la sua terra che caratterizza sempre i grandi uomini non solo in Val d’Orcia. L’interesse per la natura e la campagna toscana era stata già anticipata dalla “Inchiesta agraria” napoleonica e questa passione scientifica si manifestò agli inizi del secolo successivo nel clima della Accademia dei Georgofili e del Giornale Agrario Toscano, coinvolgendo studiosi di botanica, chimica, mineralogia, inserendosi nella complessa vicenda della moderna indagine naturalistica. A noi Pientini non sfugge tuttavia la familiarità dei luoghi con cui il Santi si muove nella nostra terra, frugandola palmo a palmo, quasi gioendo delle riscoperte susseguenti compiute in un paesaggio amico. Anche per questa ragione un personaggio ed uno scienziato come lui è sentito dalla nostra comunità come uno di noi, vissuto due secoli orsono.

Alleghiamo alcuni link ai contenuti sul Santi presenti nel nostro sito:

L’ALBERO DEI VENTAGLI DI GIORGIO SANTI

GIORGIO SANTI – BIOGRAFIA PIENTINA

GIORGIO SANTI – Scienziato pientino del Settecento

 

IL LIBRO: LA RELIQUIA DI SANT’ANDREA

Un nuovo tassello nella bibliografia pientina: la storia della reliquia di Sant’Andrea, patrono di Pienza e santo prediletto di Pio II a cura della Società Bibliografica Toscana.

Edito dalla Società Bibliografica Toscana e stampato dalla Tipografia Rossi di Sinalunga, il 30 novembre 2022 è stato pubblicato il volume che ripercorre le vicende storiche della reliquia di Sant’Andrea, patrono di Pienza e festeggiato proprio nell’ultimo giorno di Novembre.

Accompagnato dall’introduzione di Manlio Sodi e dai contributi di Costanza Contu, Nino Petreni e Vera Giommoni, il saggio storico di Arianna Antoniutti ripercorre le vicende che portarono la reliquia della testa  del Santo da Patrasso alle sponde del Tevere il 12 aprile 1462, proprio ad opera di Pio II.  Il Papa pientino, intervenuto per proteggere la reliquia dall’espansione dei “turchi”,  instaurò a Roma un vero e proprio culto del Santo, proclamandolo anche Patrono di Pienza e trasferendo un parte delle ossa nella sua città natia. Fece anche una promessa; la reliquia sarebbe ritornata a Patrasso non appena le condizioni storico-politiche lo avessero permesso. In realtà il reliquiario bizantino con il suo contenuto fu restituito solo nel 1964, ad opera di Papa Paolo VI. Quale risarcimento, a Pienza fu donato il reliquiario del ’400 commissionato all’epoca da Pio II al senese  Simone di Giovanni Ghini ed oggi esposto nel Museo Diocesano di Arte Sacra di Palazzo Borgia.  Il rapporto tra Pio II e Sant’Andrea sarebbe proseguito anche dopo la morte del Papa; le spoglie del Piccolomini saranno conservate nella chiesa romana di Sant’Andrea della Valle.

La reliquia di Sant’Andrea – Da Patrasso a Pienza e il suo ritorno a Patrasso
Manlio Sodi, Costanza Contu, Nino Petreni, Vera Giommoni, Arianna Antoniutti – Società Bibliografica Toscana – Con il patrocinio della Fabbriceria della Cattedrale di Pienza
Novembre 2022 – ISBN 978-88-98282-69-2

 

 

 

 

 

 

Mattia Preti – La Crocifissione di Sant’Andrea (part.) presente presso la Chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma

SEMINARIO 21.10.2022: LE FACCIATE GRAFFITE A PIENZA

21 OTTOBRE , ore 15.00 – 19.00
SALA CONVEGNI COMUNALE – PIENZA (SI)

PROGRAMMA DEL SEMINARIO (APERTO AL PUBBLICO)

SALUTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE e del PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI P.P.C. di SIENA, Arch. Nicola Valente_

LE FACCIATE DI PIENZA: CULTURA E CANTIERI DI RESTAURO ARCHITETTONICO_

Federico SALVINI, Architetto, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo

ESEMPIO DI RESTAURO RICOSTRUTTIVO in Corso Il Rossellino_  Patrizia CASINI, Architetto progettista

ESEMPIO DI RESTAURO CONSERVATIVO in Via Elisa_
Rosa Maria TRENTADUE, Architetto progettista

LA CONSERVAZIONE DEGLI EDIFICI STORICI: LE RICETTE DEL RESTAURO_

Gianni NEROBUTTO, Direttore Tecnico Calchèra San Giorgio

VISITE AI DUE IMMOBILI OGGETTO D’INTERVENTO_

L’ALLIEVO PREDILETTO; FRANCESCO TODESCHINI PICCOLOMINI (PIO III)

Francesco Todeschini Piccolomini (Pio III)
di Fabio Pellegrini

E’ da poco uscito nella COLLANA PIESCA il sesto volume dedicato al nipote di Pio II; Francesco Todeschini Piccolomini, papa per soli  26 giorni. Il volume, con un saggio di Marco Montori,  chiude la serie dei ritratti che Fabio Pellegrini ha composto sui fedelissimi del Papa pientino.

Il volume contiene una prefazione di Giampietro Colombini ed un intervento di Marco Montori; di seguito il testo del risvolto di copertina.

‘Quando mi chiamavano Enea nessuno mi conoscea, ora che sono Pio, tutti mi chiamano zio’. Al di là del valore simbolico di questo amabile detto  popolare tramessoci nel tempo attribuito al papa di Pienza, Pio II in realtà fra tutti i nipoti ne aveva uno prediletto di nome Francesco che, a buon diritto, lo poteva chiamare ‘zio’. La guida illuminata ed esigente dello zio ‘Pio’ fu per il giovane e promettente Francesco motivo di forza d’animo e di grande orgoglio. Pio II infatti non aveva nel  suo programma ‘soltanto’ la costruzione della sua città (Pienza) ma anche l’intento di condurre  alla Tiara un altro papa Piccolomini, impegno che perseguì con scienza e decisione, dopo averlo individuato nella figura di Francesco. Scomparso Pio II prematuramente toccò all’Ammannati, il più fido cardinale piesco ha guidarlo nella politica ecclesiastica, come Enea Silvio Piccolomini aveva stabilito. L’Ammannati ebbe anche un altro compito assegnatogli da Pio II morente: quello di divenire il ‘padre adottivo’ non solo di Francesco, ma anche dei suoi fratelli Andrea e Giacomo, quest’ultimo un animoso capitano delle truppe pontificie. Andrea e Giacomo fecero costruire il Palazzo Piccolomini di Siena in accordo col fratello Francesco. Chi era Pio III? Si chiamava Francesco Todeschini Piccolomini, era figlio di Laudomia, sorella di Pio II, una delle ‘papesse’. Non sappiamo con certezza dove sia nato (Siena o Sarteano) rallevato a Sarteano, antico borgo a cavallo fra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, una certa tradizione assai discussa lo vuole battezzato a Pienza nel 1439 (come si legge in una lapide nella Pieve di Corsignano) fu vescovo di Siena e cardinale a partire dal 1460 e volle restare  come ‘non il più ricco ma il più degno’. Avrebbe dovuto ripulire come Eracle le ‘Stalle di Augia’ del Vaticano, porre fine ad un eccessivo nepotismo, richiamare all’ordine un clero spesso corrotto, riportare l’Urbe al suo ruolo di ‘Caput Mundi’. Questo il programma affidatogli. Divenuto papa il 22 settembre 1503 e incoronato l’8 ottobre, morì 26 giorni dopo. Rodrigo Borgia il suo alter ego, aveva regnato prima di lui, molti anni, lui pochissimo. L’ anonimo epitaffio di un ammiratore sconfortato per la sua morte recitò: ‘Vixit Alexander crudelìs multas ad annos, at Pius ad nullos. Quid iuvat esse pium? ’ (Alessandro VI il crudele visse per molti anni, Pio nessuno. A che giova essere pio?)

Il volume in formato tascabile di 128 pagine, è distribuito direttamente dall’autore.

INCONTRI NEL PAESAGGIO 1/3

TRA I LUOGHI DELL’ACQUA IN VAL D’ORCIA

Sabato 2 aprile 2022 – Ore 17.00 – PIENZA (SI) Biblioteca Comunale.

Tornano, dopo due anni di pausa forzata, gli INCONTRI NEL PAESAGGIO organizzati in Val d’Orcia dalla Fondazione Tagliolini – Centro per lo Studio del Paesaggio e del Giardino.

Nel nuovo ciclo di incontri vengono proposti tre appuntamenti tra l’aprile ed il giugno 2022, con la prima data già fissata per sabato 2 aprile presso la Biblioteca comunale di Pienza.

Con il titolo “Tra i luoghi dell’acqua in Val d’Orcia” e l’introduzione del Prof. Ugo Sani, sarà il Paleontologo Andrea Di Cencio a parlare delle origini marine della Val d’Orcia e dei ritrovamenti straordinari dei fossili riportati alla luce negli ultimi decenni. Arenarie e argille sono infatti i fondali del mare Pliocenico che caratterizzano oggi il paesaggio valdorciano, fondali che nascondono i resti di pesci, conchiglie e mammiferi marini.  Dalla Balena di Montalcino al Delfino Etrusco di Lucciolabella, un viaggio scientifico e fotografico nel passato dove tutto ebbe origine.

In occasione della conferenza sarà presentata anche la seconda edizione del libro di Umberto Bindi “Pienza, i luoghi dell’acqua”, uscito nella collana di Storia Patria “Pientinitas” edita dal Conservatorio San Carlo Borromeo. Nella nuova edizione sono stati ampliati molti temi sull’acqua (tra cui dettagli mai pubblicati sulla Fonte della Pieve di Corsignano e gli interni della torre dell’Acquedotto Pubblico) ed inseriti nuovi capitoli per conoscere grotte e anfratti segnati dalla presenza dell’acqua, riscoprire le regole per la gestione idrica dei poderi, approfondire la storia dei mulini e scendere negli abissi pliocenici alla scoperta di squali e delfini fossili. I nuovi capitoli saranno illustrati dall’autore con foto e disegni del tutto inediti.

La Fondazione Tagliolini – Centro per lo Studio del Paesaggio e del Giardino nasce per volontà dei Comuni del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia (Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d’Orcia) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e l’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia. Il Comune di Montalcino è uscito nel 2016.

Contatti info@fondazionetagliolini.it – Presidente Naldi Paolo 348 8144389 – Bindi Umberto 3391828530

Scarica la locandina dell’evento -> Locandina

Maggiori informazioni sul libro PIENZA, I LUOGHI DELL’ACQUA

ICONOGRAFIA DI PIO II SU ABOUT ART

L’articolo di Roggero Roggeri uscito nel numero 10 di Canonica, “sbarca” sul prestigioso sito on line dedicato all’arte. Un bel riconoscimento per il lavoro di Roggero e per la nostra rivista che ha pubblicato per prima l’importante lavoro di studio e di inventariazione riguardante l’iconografica del Papa pientino. Ecco i links a cui possono essere lette le tre parti in cui è stato suddiviso il corposo studio. 

Enea Silvio Piccolomini. Iconografia: dipinti, miniature, sculture e medaglie dal XV al XIX secolo. Parte I^, da Filippo Lippi al Sodoma

Enea Silvio Piccolomini. Iconografia; parte II^, dal XV al XIX secolo. Ritratti idealizzati

Enea Silvio Piccolomini. Iconografia, Ritratti d’Invenzione: Parte III, fino al XVII sec.

Enea Silvio Piccolomini. Iconografia, Ritratti d’Invenzione. Parte III (dal XVII al XIX sec.)

La rivista aveva già pubblicato un altro lavoro su Pienza, redatto dalla collaboratrice di Canonica SARA MAMMANA. Riproponiamo il link all’articolo, anch’esso uscito su CANONICA successivamente alla pubblicazione su ABOUT ART.

Dalla “divina proporzione” alla “addizione erculea”; origini della città ideale nella cultura antropocentrica dell’Umanesimo; il ‘caso’ di Pienza