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LA RICERCA DELL’UTOPIA

Sara Mammana

LA RICERCA DELL’UTOPIA
(Canonica 11 – Pag. 59)

Sin dalle origini della propria esistenza, l’umanità ha cercato di comprendere i misteri che sono alla base della vita e quindi del mondo. L’osservazione costante del dinamismo e della ripetitività dei cicli stagionali, insieme al movimento degli astri nella volta celeste, l’alternarsi continuo tra morte e rinascita, in stretto rapporto con le varie fasi della vita dell’uomo, hanno portato l’intelligenza umana a intuire la presenza di un ritmo cosmico che permea l’intero universo in tutte le sue componenti, interessando anche l’uomo stesso che diviene quindi testimone e protagonista di un continuum armonico tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, ovvero tra il microcosmo e il macrocosmo.

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CORSIGNANO NEI DOCUMENTI DALL’VIII AL XIII SECOLO

Fabio Serafini

CORSIGNANO NEI DOCUMENTI DALL’VIII AL XIII SECOLO

(Canonica 11 – pag. 35)

Le nuove ricerche archivistiche su Pienza hanno permesso di rintracciare diversi atti solo in parte già presi in considerazione per le precedenti pubblicazioni sulla pieve di San Vito di Corsignano e sulla presenza camaldolese a Pienza, a cui aggiungere alcuni documenti non attinenti tali argomenti forse riconducibili a Pienza. Il presente contributo ha così la possibilità di integrare le precedenti pubblicazioni, con la conseguenza di poter fare meglio conoscere la storia di Pienza durante il suo periodo medievale. Per comodità di lettura, tali atti, che coprono un lasso di tempo compreso fra i secoli VII e XIV, vengono qui di seguito suddivisi per argomento.

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LA LOGICA DI UN VIAGGIO

Matteo Parrini

QUALE LOGICA SEGUI PIO II NEL SUO ULTIMO  VIAGGIO?

(Canonica 11 – pag. 25)

Quale fu la logica prevalente nella scelta dell’itinerario che nell’estate del 1464 condusse papa Pio II fino al porto di Ancona?
Si tratta di una domanda non banale e neppure sterile, perché dalla risposta ne possono scaturire tante informazioni e considerazioni sulle ragioni e sul pensiero che guidarono il pontefice nell’ultima sua missione e che, nonostante il fallimento materiale dell’opera, servì all’Occidente a prendere coscienza di determinate condizioni e circostanze ormai mutate, come la possibilità di indire una crociata, quale «iustum bellum, quib. necessarium, et pia arma, quibus nulla nisi in armis relinquitur spes»

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FABBRICA; BORGO E CASTELLO

Umberto Bindi

FABBRICA; BORGO E CASTELLO
UNA TERRA DI CONFINE
(Canonica 11 – Pag. 5)

Con il “motu proprio” di Pietro Leopoldo del 2 giugno 1777 si pose fine all’esistenza amministrativa di un “comunello” denominato Fabbrica Piccolomini; si trattava di un nucleo abitato rurale formato da agglomerati di case sparse, situato a circa cinque chilometri ad Est del centro abitato di Pienza ed a confine con il territorio di Montepulciano, nucleo che in quell’anno perdeva la qualifica di unità amministrativa e veniva assorbito dal Comune pientino. Ma la storia di questo frammento di territorio merita un approfondimento perché, grazie alla sua posizione di passaggio (antiche direttrici lo attraversano) e di confine (per secoli senesi e fiorentini si sono contesi castelli e fortilizi, distruggendo e ricostruendo torri e muraglie per avanzare e per difendersi dalle avanzate altrui), è stato testimone di antiche civiltà e di significative vicende storiche.

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CANONICA 11

E’ uscito il numero 11 della rivista Canonica; continua il cammino grazie ai tanti autori e collaboratori che contribuiscono alla divulgazione di ricerche, articoli, studi e curiosità su Pio II, Pienza ed il suo territorio.

In questo numero quattro articoli e la consueta rubrica “Tra i Libri”. Nel primo contributo, Umberto Bindi presenta una ricerca sull’insediamento medievale di Fabbrica, situato al confine tra Pienza e Montepulciano. Nel secondo Matteo Parrini si interroga sulle ragioni che portarono Pio II ad effettuare il particolare percorso che lo condusse, ormai morente, ad Ancona, mentre Fabio Serafini continua la sua opera di ricerca della presenza di Corsignano nei documenti medievali. Chiude il numero l’approfondito lavoro di Sara Mammana sul significato utopico della costruzione della città di Pienza. Tra i libri segnala quattro uscite di testi avvenute nel 2021.

Sono presenti nel sito i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

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PRESENTAZIONE CANONICA 10 E 11 – SABATO 11 DICEMBRE 2021

Sabato 11 dicembre alle ore 17.30, nei locali della BIBLIOTECA COMUNALE, saranno presentati dagli autori due numeri della rivista CANONICA; il numero Dieci e il numero Undici. Dopo lo stop del 2020 che ha visto l’uscita del numero Dieci senza la presentazione, riprendiamo le attività “in presenza” con le dovute precauzioni e gli adempimenti previsti dai decreti di contenimento del COVID. Vi aspettiamo!

 

L’ANNUNCIAZIONE DISPERSA

Raccogliamo i racconti che Giancarlo Bastreghi diffonde su Facebook per la nostra rubrica sulle “curiosità” pientine; oggi proponiamo la storia delle due statue lignee realizzate da Francesco di  Valdambrino Domenico ( Siena-1363-1435) che rappresentano una “Annunciazione” dalle forme delicate, quasi angeliche.

Ci racconta Giancarlo che le due “opere sono scolpite su legno di fico, policromate e lumeggiate ad oro zecchino” e che risalgono al “XIV/XV secolo; realizzate dal Grande Artista Senese su commissione dei Frati Minori Conventuali di Corsignano in terra di Siena, per essere poi collocate al Culto nella loro Chiesa annessa al convento francescano”. Si tratta della Chiesa di San Francesco, situata a fianco dell’ex complesso conventuale, oggi adibito ad attività ricettiva, chiesa la cui facciata è ben visibile a chi passeggia lungo il Corso Rossellino.

Continua Bastreghi ricordando che all’epoca della realizzazione delle opere, il borgo si chiamava ancora Corsignano e che “diverrà città di Pienza solo nel 1462 per volontà del Suo Fondatore, Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II”.

“Dopo cinque secoli di ininterrotta permanenza a Pienza, le due Opere, agli inizi del XIX secolo, passate nel frattempo in disposizione di proprietà privata, furono da questa alienate al mercato dell’Arte, ed infine, dopo vari passaggi di proprietà, furono acquisite definitivamente dalla Corona Olandese, ed oggi si trovano esposte all’ammirazione  nel Museo Reale di Amsterdam.
N.B. Al tempo in Italia non esisteva alcuna legge di tutela sul Patrimonio Artistico Nazionale e quindi le Opere d’Arte potevano essere liberamente alienate sia sul mercato nazionale e sia su quello internazionale”.

Ringraziamo Giancarlo per i suoi racconti e vi diamo appuntamento alla prossima “curiosità”.