Pubblichiamo il libretto edito da Polistampa a Novembre del 2016 che narra una “micro-storia” di quelle che danno però il senso alla vita professionale e alla storia personale di un artista come Piero Sbarluzzi.
L’anno di Sbarluzzi si è concluso in crescendo, con una mostra personale di opere a tema religioso (Chiesa di San Francesco, 6 agosto – 2 novembre 2016) e con l’esposizione delle sue sculture più belle nel contesto della cantina Forte, presso il Podere Petrucci (Castiglione d’Orcia). Due eventi che hanno dato il giusto spazio al tenace artista pientino che si è guadagnato negli anni una meritata notorietà.
Alleghiamo il piccolo e_book in formato PDF, curato da Nino Petreni, amico e affezionato “cultore” di Sbarluzzi, dove sono pubblicati alcuni inediti acquarelli che illustrano la micro-storia di amicizia e di condivisione artistica tra Piero, Don Flori e Don Coltellini e che costituisce una ulteriore occasione per conoscere Piero ed il suo mondo pientino.
Sabato 10 dicembre 2016 alle ore 17 nella Biblioteca Comunale di Pienza, per iniziativa del Centro Studi Pientini, è stato presentato il numero 6 della rivista CANONICA
La pubblicazione, giunta al sesto numero annuale, accoglie ben nove articoli inediti su Pio II, Pienza e la sua storia antica e recente. All’incontro erano presenti alcuni tra gli autori degli articoli pubblicati per illustrare il proprio lavoro e le motivazioni di tanto interesse per la nostra cittadina, la sua arte ed i suoi protagonisti.
Sono stati graditi ospiti dell’iniziativa gli studiosi di Matelica, Matteo Parrini e Rita Boarelli del Centro Studi Storici “Don Enrico Pocognoni” che hanno contribuito con due articoli alla rivista, svelando anche un inedito affresco raffigurante Pio II accolto dai delegati del Comune di Sassoferrato e alcune bolle esecutorie di diritti feudali con il sigillo papale del 1462.
La rivista Canonica nasce nel 2011 come strumento di divulgazione del Centro Studi, viene pubblicata in formato digitale nel sito e viene stampata su richiesta dei lettori che seguono ed incoraggiano l’attività del Centro medesimo. E’ giunta quest’anno al sesto numero ed ha avuto ben ventotto studiosi quali autori di articoli di vario genere e argomento.
Il Centro è sorto nel 2010 per iniziativa di studiosi e ricercatori locali, che da subito hanno cercato di raccogliere, divulgare, incoraggiare e promuovere la ricerca e lo studio della storia pientina, ampliando ogni anno la cerchia dei collaboratori e delle persone interessate ai contenuti. Il sito internet del Centro raccoglie tutti i numeri della rivista ed altri articoli appositamente redatti per essere divulgati on-line, oltre alle informazioni per contattare il centro e farne parte.
PUBBLICO INTERESSATO E COINVOLTO DALLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DE ASIA DI ENEA SILVIO PICCOLOMINI
Si è tenuta sabato 22 ottobre a Palazzo Piccolomini, per iniziativa del Centro Studi Pientini, la presentazione del volume ASIA (De Asia, 1461), nella traduzione ed edizione curata da Remigio Presenti e Manlio Sodi. Molti i partecipanti che hanno potuto visionare le antiche edizioni a stampa illustrate da Francesco Dondoli nella Biblioteca del palazzo.
L’opera è stata progettata nel 2014, in occasione del 550° anniversario della morte di Pio II, ed è stata stampata nell’Aprile di quest’anno per le edizioni IF Press di Roma, con il contributo della Diocesi di Montepulciano, Chiusi, Pienza e del Rotary International.
A distanza di quasi cinque secoli dall’edizione veneziana in volgare del 1544, il trattato De Asia, grazie a questo lavoro, è stato nuovamente tradotto e pubblicato in italiano. Con l’edizione-traduzione del De Europa, avvenuta nel 2010, è ora quindi possibile leggere in lingua italiana moderna le due maggiori opere di carattere storico-geografico di Enea Silvio Piccolomini
La pubblicazione del De Asia, che oltre alle note dei curatori presenta una dotta introduzione di Serge Stolf dell’Università di Grenoble e una dettagliata appendice bibliografica di Francesco Dondoli, appassionato ricercatore della figura e della storia editoriale di Pio II, intende contribuire a far si che la figura di Enea Silvio Piccolomini continui ad interpellare la cultura e le coscienze odierne. Ricordiamo che Pio II, nelle sue opere di geografia, molto apprezzate e conosciute dai suoi contemporanei (è noto che Cristoforo Colombo possedesse il De Asia, come risulta dal testo da lui annotato ora conservato a Siviglia) è mosso dall’interesse della descrizione dei siti e della storia passata, ma anche dalla possibilità di capire il mondo presente e in prospettiva i processi politici e sociali di lunga durata.
La presentazione si è tenuta in una sala a piano terra del Palazzo Piccolomini; dopo i brevi saluti dei rappresentanti del Centro Studi Pientini del Comune di Pienza (che patrocina l’evento) e della Società Esecutori Pie Disposizioni che ospita l’iniziativa, gli autori Remigio Presenti e Manlio Sodi hanno illustrato il loro lavoro di traduzione e di ricerca. Al termine, Francesco Dondoli – nell’ampia sala della Biblioteca del Palazzo Piccolomini aperta per l’occasione – ha illustrato i testi a stampa originali delle edizioni del De Asia, tra cui la preziosa edizione del 1477 stampata a Venezia.
Pio II Piccolomini, Giovanni da Castro e la scoperta dell’allume
(Canonica 6 – pag. 15)
La vicenda della scoperta dell’allume da parte di Giovanni da Castro è un evento noto e spesso oggetto di studi specifici che ne hanno messo in luce gli aspetti singolari del rinvenimento e degli enormi benefici economici che ne derivarono per lo Stato della Chiesa al tempo di Pio II Piccolomini. Meno nota, o quanto meno poco conosciuta, appare invece la biografia di colui, Giovanni da Castro, cui si deve questa scoperta straordinaria e che tenteremo qui di conoscere meglio attraverso fonti biografiche e documentarie. Giovanni, figlio del giureconsulto Paolo Serangeli, chiamato Paolo di Castro, e di Piera Cerrini da Corneto (Tarquinia), nipote dell’altro giurista Pietro d’Ancarano…
La tutela dei beni culturali nella legislazione
papale del Rinascimento: il caso di Pienza
(Canonica 6 – pag. 69)
In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui i tesori del patrimonio culturale sono spessomessi in pericolo a causa dell’incuria, è interessante notare come i primi provvedimenti a tutela del bene artistico e culturale affondino le proprie radici in un’epoca molto lontana dall’attuale. Si è soliti far risalire la più antica normativa in materia di tutela organica ed esaustiva del bene artistico al XIX secolo e, precisamente, al 1820, con l’editto Pacca…
Alcuni esempi dell’arte diplomatica
del pontificato di Pio II
(Canonica 6 – pag. 49)
Ho un ricordo ancora vivo dell’emozione vissuta nel 2009, quando ebbi il piacere di visitare per la prima volta l’Archivio storico diocesano di Matelica. Tra i tanti documenti conservati al suo interno e sopravvissuti a saccheggi e ad un tremendo incendio nel 1710, trovai due pergamene risalenti al pontificato di papa Pio II. Erano due bolle esecutorie che in molti consideravano perse e che riguardava la storia della nobile famiglia Maccafani, che a Matelica…
Il transito di Pio II da Fabriano verso Matelica nel 1464: una scelta ancora oggi avvolta nel mistero
(Canonica 6 – pag. 29)
«A dì X de luglio papa Pio partì da Fabriano per andare in Ancona. Fecie la via da 20 Matelica: et el signore conte venne a Ugubio». Laconicamente e senza troppa enfasi viene descritta la scelta della strada per Matelica per l’ultimo tratto che separava l’improbabile esercito crociato di Pio II verso il porto di Ancona. A scrivere queste righe, tra le poche di un contemporaneo su quel tratto dell’itinerario scelto, fu l’illustre notaio Guerriero Campioni da Gubbio, autore di una Cronaca di ser Guerriero da Gubbio dall’anno MCCCL all’anno MCCCCLXXII, scaltro personaggio cresciuto e vissuto tra Firenze, Milano e la corte dei Montefeltro.
Sul primo Bollettino Ufficiale del Comitato Centrale per l’Anno Santo del 1950, edito nel gennaio del 1949, è noto che lo studioso orvietano Pericle Perali ebbe modo di pubblicare una storia degli anni giubilari; al contrario, meno noto, perché apparso in veste anonima, è un altro contributo giubilare del Perali edito sul quarto fascicolo mensile di un similare Bollettino Ufficiale del Comitato Centrale, quello relativo all’Anno Santo del 1925 (uscito nel settembre del 1924) col titolo Doni e ricordi di Anni Santi.
Il restauro delle statue dell’altare
della Chiesa di San Carlo Borromeo
(Canonica 6 – pag. 129)
L’altare in stile barocco ubicato nella Chiesa di San Carlo Borromeo risale alla prima metà del 1600, il suo restauro avvenuto recentemente ha interessato soltanto le due statue policrome che si trovano all’interno delle nicchie. In origine gli altari avevano una struttura molto semplice, per assumere poi, nel corso dei secoli, forme sempre più elaborate, fino a divenire, soprattutto nel periodo barocco, complessi organismi architettonici caratterizzati da grandi edicole con doppio colonnato e fastosi apparati decorativi; nell’altare della Chiesa di San Carlo Borromeo non è stato raggiunto questo particolare livello di complessità, tuttavia si ritrovano gli elementi compositivi tipici di un altare monumentale.
Il Podere nel Libro
Francesco Caroti al Capriola di Monticchiello
(Canonica 6 – pag. 101)
Dal momento che «…per farsi un’idea precisa del carattere e dell’anima di un individuo che non si conosce, nulla havvi di meglio che dare uno sguardo ai pochi o molti libri da esso posseduti», cosa si poteva sperare di più, volendo e desiderando tratteggiare la biografia del “poliziano” Francesco Caroti (Montepulciano, 7 novembre 1897 – 19 ottobre 1974) che, come vedremo, dal 12 ottobre al 18 novembre del 1943, si fece, suo malgrado, “monticchiellese”, se non rintracciarne alcuni libri in una generosa rigatteria immersa nella campagna toscana?…