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CONVEGNO “Le arti e gli artisti nella rete della diplomazia pontificia da Pio II a Pio XI”

Il Centro Studi Pientini intende proporre alcuni temi agli organizzatori del convegno che sarà organizzato dalla Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa (Pontificia Università Gregoriana) rispondendo alla “call for papers” in scadenza il prossimo 15 marzo 2021.

Come previsto dagli organizzatori “Lo scopo è quello di proporre una giornata di studi per riflettere sul ruolo delle arti e degli artisti nell’ambito dei rapporti diplomatici che hanno come centro propulsore la Curia pontificia, dal pontificato di Pio II a quello di Pio XI. La giornata di studi sarà articolata in tre sessioni: prima età moderna (da Pio II a Gregorio XV), seconda età moderna (da Urbano VIII a Pio VI) e prima età contemporanea (da Pio VII a Pio XI). Gli interventi potranno affrontare sia casi di studio inesplorati, sia casi già noti, analizzandoli con approccio innovativo e/o documentazione inedita, come anche proporre quadri interpretativi a più ampio respiro. Le proposte dovranno essere inviate in forma di abstract (max. 2000 battute), unitamente a un breve CV con elenco delle pubblicazioni, all’indirizzo artediplomazia@unigre.it a partire dal 15 dicembre 2020 e non oltre il 15 marzo 2021. I contributi potranno essere presentati in italiano, inglese e francese. È prevista la pubblicazione degli atti”.

Maggiori informazioni sul convegno sono disponibili nel sito della Facoltà organizzatrice.

Da parte nostra ci preme evidenziare gli interventi proposti, la cui eventuale accettazione sarà comunicata su queste pagine.

SARA MAMMANA

La diplomazia umanistica di Pio II e l’ideale di Pienza come luogo simbolo di rifondazione in occidente di una nuova Bisanzio

MATTEO PARRINI

Pio II e l’opera del cardinale Oliva nella Marca, il caso di Matelica

MUSEI NARRANTI: IL MUSEO DIOCESANO DI PIENZA

Una pagina con il link alle puntate dell’iniziativa PICCOLI MUSEI NARRANTI, promossa dal Museo Diocesano di Pienza – Palazzo Borgia. Un’occasione per approfondire la storia della Città di Pio II

PRIMA PUNTATA
“Pienza, la Città ideale del Rinascimento” di Piero Torriti

SECONDA PUNTATA
“Introduzione ai Commentarii” di Duccio Balestracci

TERZA PUNTATA
“Corsignano, ora chiamata Pienza” e “Pio parte da Pienza per recarsi a Corsignano” da I Commentari di Enea Silvio Piccolomini
QUARTA PUNTATA
“Trasferimento da Roma del capo di Sant’Andrea” e “Preparativi di Pio per ricevere il sacro Capo” da I Commentarii di Enea Silvio Piccolomini
Sul tema della reliquia di Sant’Andrea segnaliamo anche l’articolo su Canonica 9 a cura di Roggero Roggeri e Sara Mammana sul ciclo pittorico relativo alla traslazione della reliquia.

PIENZA E IL DISEGNO DELL’UTOPIA

Segnaliamo l’uscita di una nuova pubblicazione sulla Citta di Pio II ad opera di Riccardo Cecchini, Gianna Gaudini e Sara Mammana per i tipi di Gianni Bussinelli Editore (Verona, 2020). Il volume è disponibile contattando l’Associazione Biagiotti per L’arte e il Centro Commerciale Naturale della Città di Pienza ai numeri di cellulare 340-6739044  o 338-4859041. Il testo è disponibile anche sui principi canali di distribuzione on line o alle librerie di tutta Italia.

Di seguito alcune la recensione del libro:

Il volume “Pienza e il disegno dell’Utopia”, dato alle stampe nel novembre 2020 da La Grafica Editrice e realizzato da Riccardo Cecchini, Gianna Gaudini e Sara Mammana, consente al lettore di intraprendere un viaggio affascinante verso una delle più significative invenzioni che l’Uomo sia stata in grado di generare: Pienza, una realtà urbana concepita come macchina architettonica dell’armonia assoluta che manifesta, nella sua bellezza, concreta e visionaria allo stesso tempo,  un esempio unico e tangibile di luogo utopico dove ogni persona, rigenerata dalla perfezione estetica che la circonda, possa trascendere per giungere ad una condizione di benessere spirituale e intima serenità.

Questo è, di fatto, l’unico vero scopo della prima Città Ideale del Rinascimento che Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, raffinato papa umanista, volle realizzare sul proprio luogo natale, Corsignano, riedificato e trasformato, nel 1462, in Pienza, la città che ancora oggi porta il suo nome.

“Pienza e il disegno dell’Utopia” permette, attraverso un attento studio, di conoscere la profonda essenza del pensiero che ha alimentato il sogno della città ideale. Tanti sono gli enigmi svelati e nascosti dietro il progetto di Pienza, il tutto arricchito da un’accurata descrizione dell’immenso tesoro storico-artistico e naturalistico della val d’Orcia, patrimonio Unesco, di cui la citta di Pio II fa parte.

Riccardo Cecchini ha inoltre studiato e analizzato con metodo comparativo il tema della Città Utopia, pubblicando, accanto ai testi critici, una serie di onirici e sorprendenti eidotipi riguardanti i principali monumenti cittadini, o parte di essi, con il risultato, felicemente raggiunto, di valorizzare al meglio la perfezione formale che caratterizza l’architettura rinascimentale del pieno Quattrocento.

 L’augurio che gli autori porgono ad ogni lettore è quello di innamorarsi di Pienza e della val d’Orcia, condividendo un’esperienza di rinnovamento spirituale che questi luoghi hanno ancora la capacità rara e potente di suscitare in ogni animo umano.

 

CANONICA 10

E’ uscito il numero 10 della rivista Canonica; dieci numeri e dieci anni di attività del Centro Studi Pientini che hanno visto tanti autori e collaboratori contribuire alla divulgazione di ricerche, articoli, studi e curiosità su Pio II, Pienza ed il suo territorio.

In questo numero quattro articoli e un supplemento. Nel primo contributo, Roberto Formichi ci racconta le vicende che precedettero l’inizio dei lavori di sottofondazione del Duomo di Pienza; gli studi, le proposte di “smontaggio”, i progetti di consolidamento ed il crescente interesse per Pienza e i suoi monumenti. Nel secondo articolo Fabio Serafini documenta la presenza di Corsignano nei registri camaldolesi mentre Matteo Parrini racconta le vicende di Onesta Piccolomini, nobildonna nipote di Pio II e “donna del Rinascimento” nel territorio delle Marche. Infine una testimonianza della prima ora sull’avvio degli scavi archeologici nell’area di “cava Barbieri”; Andrea Bruzzichelli partecipò ai sopralluoghi di Ferrante Rittatore Vonwiller e di Rezia Calvi agli albori degli scavi.

 

Il supplemento contiene una inedita iconografia di Pio II curata da Roggero Roggeri; quarantotto schede su altrettante opere di pittura, miniatura, scultura e medaglistica con il ritratto di Enea Silvio Piccolomini.

Sono presenti nel sito i singoli articoli, raggiungibili dal menu ARTICOLI CANONICA o dai link dell’indice qui sotto.

Continua la lettura di CANONICA 10

ICONOGRAFIA DI ENEA SILVIO PICCOLOMINI

Roggero Roggeri

ENEA SILVIO PICCOLOMINI
ICONOGRAFIA
Dipinti, miniature, sculture e medaglie
dal XV al XIX secolo

(Canonica 10 – Supplemento 4, pag.91)

Lo studio che segue, concepito, per facilitarne la lettura, come un catalogo con le relative schede, tratta dell’iconografia di Enea Silvio Piccolomini in pittura, miniatura, scultura e medaglistica, partendo dal XV secolo fino al secolo XIX. Sono state volutamente escluse le sezioni delle incisioni, antiche e moderne, e delle opere d’arte, eseguite nel XX e XXI secolo, che riproducono l’effige di Pio II che potranno, auspicabilmente, essere trattate in successivi contributi.

L’INSERTO SPECIALE E’ DISPONIBILE SOLO CON ALCUNE PAGINE DI ANTEPRIMA >>>

ARCHEOLOGIA A CAVA BARBIERI

Andrea Bruzzichelli

ARCHEOLOGIA A CAVA BARBIERI
UNA TESTIMONIANZA DELLA PRIMA ORA

(Canonica 10 – pag. 83)

La figura di Ferrante Rittatore Vonwiller – prematuramente scomparso nel 1976 – è leggendaria nel mondo dell’archeologia e non credo di doverne parlare: su Internet si trova di tutto e di più.
In zona aveva fra l’altro partecipato nel maggio del 1959 al III Convegno di Studi Etruschi ed Italici – a Montepulciano ospitato dalla contessa Secchi Tarugi – con i “colleghi” Pallottino, Heurgon, Devoto, ecc., ai quali nella circostanza aveva anche fatto da guida in una visita alle ancora poco note grotte di S. Maria a Belverde – a Sarteano – già oggetto di particolare attenzione da parte sua.

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ONESTA PICCOLOMINI

Matteo Parrini

ONESTA PICCOLOMINI
L’AZIONE SILENZIOSA DI UNA “MAGNIFICA DONNA”

(Canonica 10 – pag. 55)

La storica americana Joan Kelly oltre quarant’anni fa pose la provocatoria domanda: «Did women have a Renassaince?», ossia c’è stato un Rinascimento per le donne? La questione torna di attualità nel momento in cui ci si ritrova a ricercare in filigrana le tracce di biografiche di una donna vissuta nel Cinquecento, dopo aver potuto leggere che «Onesta Piccolomini è sepolta nella cappella degli Ottoni nella chiesa di San Francesco a Matelica». Si tratta una stringata informazione, tratta forse da un registro dei morti perduto, che svela però gli stretti legami che univano la potente e nobile casata toscana alla famiglia di origine longobarda che dominò per secoli l’alta valle del fiume Esino. Chi era Onesta Piccolomini? E cosa ci faceva a Matelica?

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CORSIGNANO NEI DOCUMENTI CAMALDOLESI

Fabio Serafini

CORSIGNANO NEI DOCUMENTI CAMALDOLESI

(Canonica 10 – pag. 47)

A seguito dell’edificazione del monastero di Camaldoli da parte di San Romualdo, fra il 1025 ed il 1027, sorse la congregazione dei camaldolesi, pur non contemplata dal fondatore sebbene ne dettò la regola, permettendole di rimanere all’interno dell’ordine benedettino in virtù di quella indipendenza e di quella autosufficienza di ogni singolo cenobio volute da San Benedetto attraverso la propria regola.1 Fin dal primo momento la nuova congregazione crebbe sia nel numero di monaci che di monasteri, grazie a riforme e donazioni ottenute tanto da ecclesiastici che da imperatori ed i relativi documenti, almeno in parte giunti fino all’epoca contemporanea, forniscono le località in cui si insediò la congregazione e talvolta i nomi dei monaci camaldolesi.

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COME NASCE UN LABIRINTO

Roberto Formichi

COME NASCE UN LABIRINTO
(Canonica 10 – pag. 5)

Quando si parla di labirinto, il primo che viene in mente è, senza dubbio, quello mitologico di Minosse nell’isola di Creta. Quello a cui si riferisce la nostra storia è invece tanto reale che si può toccare,  vedere e visitare. A nessuno, forse, è mai venuto in mente di costruirne uno sotto ad una chiesa. Questa idea non passava per la testa neppure al suo costruttore, ma proprio un labirinto è nato sotto l’abside del Duomo di Pienza, per altro, in tempi piuttosto recenti.

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